ADAPTATION è un progetto giornalistico internazionale nato per documentare la convivenza tra l’uomo, la tecnologia e la natura nell’era del climate change. Tecnologie innovative, storie di luoghi che cambiano, terre che si rigenerano, persone in prima fila nella lunga marcia dell’adattamento, questo è ciò che racconta ADAPTATION, un webdoc (www.adaptation.it) che sfrutta le potenzialità della comunicazione digitale per parlare a pubblici diversi e di tutte le età. La crew di ADAPTATION sta realizzando, in Italia e nel mondo, reportage di ‘constructive journalism’ focalizzati sulle soluzioni più che sul problema.
ADAPTATION lancia il Webdoc Veneto Dalla desalinizzazione della laguna di Venezia al ripristino delle dune sabbiose tra Cavallino e Punta Tagliamento, dal ritorno prepotente degli allevamenti di ostriche alle ‘super-viti’ della zona del Valdobbiadene che resistono a insetti e siccità, passando per la foresta del Cansiglio, dove vengono piantati faggi del sud Italia, fino all’agricoltura di frontiera, che si potrà fare quasi senz’acqua o usando come fertilizzante speciale letame in pellet e addirittura fango depurato proveniente dalle fogne.
Il Veneto sta facendo un grande sforzo per adattare se stesso al mutato scenario climatico e ridurre i danni ‘da clima’ a persone, cose, ecosistemi.
Conosciamo le difficoltà delle città che sono nate sull’acqua e per secoli hanno sfruttato i canali a scopo commerciale, conosciamo la fragilità degli ambienti naturali che sono ormai esposti a piogge improvvise e torrenziali o prolungate siccità.
Conosciamo il rischio allagamenti che affligge alcuni centri come Padova o l’acqua alta che rende complessa la vita dei veneziani.
La situazione non è rosea. Basta guardare i dati rilevati dalle 110 stazioni automatiche di ARPAV dal 1993 al 2020 che evidenziano un trend di aumento delle temperature medie pari a +0.55 °C per ogni decennio (si raggiungono gli + 0.6 °C se si considerano le sole aree pianeggianti, cioè le quote inferiori ai 50 m s.l.m.) E non è tutto. L’effetto della “tropicalizzazione” del clima ha stretto tutto lo Stivale nella morsa di ondate di calore e piogge torrenziali che provocano effetti catastrofici.
Nel solo Veneto le precipitazioni sono aumentate del 15% nel periodo 1993-2020, soprattutto nella fascia prealpina. Ma questo è soprattutto l’anno della grande siccità e si vede. Le risorgive del vicentino, preziose per l’approvvigionamento idrico che assicurano alla città di Padova, registrano abbassamenti della falda (anche se la rete idrica è stata concepita dal gestore in maniera da essere resiliente e autoregolarsi).
Il fiume Piave, a marzo, era in agonia, e aveva fatto registrare -36% piogge in meno rispetto alla media 1994-2021. E anche i bacini di montagna non se la passano bene, per colpa dello scarso innevamento invernale.
“In Veneto abbiamo toccato con mano cosa significhi lavorare sui territori per renderli adattati e tutelarne la biodiversità. Credo siano in pochi, oltre gli addetti ai lavori, a sapere come sta veramente la laguna di Venezia o come stanno le foreste o le spiagge della regione, tanto amate dai turisti” spiega il giornalista Marco Merola, ideatore del progetto Adaptation.